Dolce e incantatore come lo scorrere lento dell’acqua, il celebre racconto dello scrittore austriaco Joseph Roth ci guiderà in un reading di parole, musiche e canzoni, verso un luogo in cui la notte riluce ancora di poesia.

Abbiamo deciso di  “frugare” in quel limbo in cui finiscono coloro che non riescono a tenere il passo ipercinetico del nostro tempo e che tuttavia non rinunciano alla speranza; mondo ai margini, ma illuminato dalla poesia. Insomma, se il gioco si fa sempre più duro, scegliamo ancora una volta di andare alla ricerca di fragilità e tenerezza.

Tra i vari testi che abbiamo affrontato, ci siamo sorpresi a rileggere con emozione lo straordinario racconto di Joseph Roth “La leggenda del santo bevitore”, una fiaba delicata e ironica che parla di un uomo ad un passo dal disfacimento (in un mondo in dissolvimento), che tuttavia non vuole rinunciare alla sua dignità ed umanità.

Joseph Roth, nei suoi romanzi e racconti, descrisse la fine di un impero, quello austro-ungarico e l’affacciarsi della notte che segnò tragicamente il secolo scorso, dando voce ai reietti, a coloro che vivono ai bordi, sotto i ponti, dimenticati e ignorati, ma che sanno ancora riconoscere i miracoli come il protagonista della leggenda, scritta da Roth poco prima di morire.

Ci piace pensare che anche noi, di questi tempi, abbiamo bisogno di più miracoli e di più stupore.

“La leggenda del santo bevitore” viene proposto in forma di lettura scenica per due attori.

In scena Giacomo Anderle e Alessio Kogoj che alterneranno il racconto con musiche e canzoni “sotto i ponti”.

Esigenze tecniche e di spazio ridottissime permettono di realizzare la lettura in qualsiasi situazione.